Prosegue il viaggio alla scoperta delle regioni d’Italia. Oggi è il turno della Lombardia, motore economico del Paese.
La Lombardia confina con la Svizzera a nord ed è delimitata dal Piemonte a ovest, dal Trentino-Alto Adige e dal Veneto a est e dall’Emilia-Romagna a sud. Il capoluogo della regione è Milano e le province sono Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi,Mantova, Milano, Monza, Pavia, Sondrio, Varese.
La Lombardia è la quarta regione d’Italia per superficie, dopo la Sicilia, il Piemonte e la Sardegna, ed ha una struttura morfologica relativamente semplice. La parte settentrionale, con il 40% formato da montagne, comprende la sezione centrale delle Alpi (Alpi Lepontinee Retiche), culminante nel massiccio del Bernina (4050 m.), al limite con la Svizzera l’Adamello (3554 m.) e al confine con il Trentino-Alto Adige l’Ortles-Cevedale (3899 m.). Alle Alpi fanno séguito a sud la fascia centrale delle Prealpi e, ancora più a sud, quella delle colline della Brianza, del Varesotto ecc.. Con oltre il 47% del territorio, la restante metà meridionale della regione è pianeggiante e si estende nel tratto centrale della Pianura Padana ad eccezione della parte sud-occidentale, cioè l’Oltrepò Pavese, dove si spingono i rilievi dell’Appennino emiliano, che in territorio lombardo toccano i 1724 m. con la vetta del monte Lesima.
La Lombardia, soprattutto nella bassa pianura, è una delle regioni italiane che più ha trasformato l’ambiente naturale e sostituito ormai da secoli l’originaria foresta di latifoglie (querce, tigli, olmi) con specie coltivate; nell’alta pianura invece vaste aree sono tuttora ricoperte da brughiere, con robinie, pini silvestri e varie specie erbacee e arbustive. Meglio conservata è la fascia alpina, che è coperta da bei boschi di pini e abeti. Infine la mitezza climatica delle sponde dei grandi laghi prealpini consente la crescita di specie arboree addirittura mediterranee, come l’olivo e i limoni, nonché splendide fioriture di camelie, oleandri, lecci.
Ormai poverissima è la fauna, anche se occorre fare una distinzione tra zona di pianura, dove la fauna naturale si può dire assente, e zona di montagna, meno impoverita (marmotte, scoiattoli, rare colonie di stambecchi, lepri e galli cedroni), un esempio è il Parco Nazionale dello Stelvio condiviso con il Trentino. La Regione Lombardia ha istituito molti parchi regionali, il più importante, condiviso con il Piemonte, è il Parco del Ticino; le aree protette di parchi e riserve, grazie anche all’importante azione del WWF (oasi WWF), occupano circa il 7% della superficie regionale.
La prima prosperità della regione derivò dalle sue campagne, da un’agricoltura molto fiorente sin dall’epoca medievale, in particolar modo nella bassa pianura, dove furono avviate le prime radicali opere di bonifica del territorio, soprattutto la canalizzazione delle acque fluviali e di risorgiva. L’agricoltura, che sino alla metà del XIX secolo fu retta in Lombardia da un regime di affitto che fu la base di un’avanzata mentalità imprenditoriale e commerciale, consentì di accumulare il capitale necessario per avviare l’industrializzazione.
L’agricoltura ha valori altissimi di produttività; fornisce infatti il 10% della produzione italiana, anche se rappresenta solo il 2% del reddito della regione. È un settore che ha varie specializzazioni, tra le quali spiccano, nell’area bassa della pianura attorno a Pavia, l’uva da vinodell’Oltrepò Pavese e della Valtellina, e il riso nella Lomellina. Si ricordano inoltre la produzione di barbabietole da zucchero, per la quale la Lombardia è al terzo posto della scala nazionale, e infine la cerealicoltura, che comprende orzo, segale e soprattutto mais. Significativamente la Lombardia detiene il primato per bovini e suini, cui si collega una fiorentissima industria di macellazione del bestiame e di trasformazione (caseifici, fabbriche di insaccati ecc.). Per essere più redditizie e facilitare la meccanizzazione delle loro lavorazioni, le aziende agricole vanno sempre più diminuendo di numero e aumentando la superficie, rendendo così la Lombardia, anche sotto questo profilo, una vera e propria “area forte”, paragonabile alle più avanzate d’Europa.
Un ruolo economico tutt’altro che modesto tocca al turismo, con oltre 11 milioni di clienti negli alberghi ogni anno, senza contare campeggi e ostelli. Il turismo ha i suoi punti di forza in varie città d’arte come Bergamo, Mantova, Milano, Pavia, ecc. e in molteplici e celebri località di villeggiatura sui laghi prealpini (Desenzano, Sirmione e Gardone sul lago di Garda, Bellagio e Menaggio sul lago di Como, Lovere sul lago d’Iseo, sul lago Maggiore, ecc.), nell’area delle Alpi e delle Prealpi (Bormio nell’alta Valtellina, Livigno nella valle omonima, l’Aprica tra la Valtellina e la Valcamonica, Ponte di Legno presso il passo del Tonale, Selvino nella Val Seriana ecc.). Né va dimenticato il turismo termale (San Pellegrino Terme, Trescore, Gaverina, ecc.).